Sant’Agata Feltria: Un Tesoro Nascosto tra Natura e Cultura

La storia di Sant’Agata Feltria, vicino Rimini, pezzetto d’Italia incastonato tra le colline della Romagna affonda le radici nell’antichità, con un centro storico che custodisce segreti e racconti avvincenti.

Questo borgo medievale nella Valmarecchia, racchiude una storia millenaria. Fortezza e crocevia commerciale, ha ospitato nobili e artisti. Oggi, la sua architettura antica e le tradizioni contadine si fondono, incantando i visitatori con un viaggio nel tempo.

Cosa fare a Sant’Agata Feltria

  1. Santuario Madonna del Soccorso

Una chiesina che risale al 1609 che conserva ancora un ancona dorata raffigurante il miracolo della Vergine del Soccorso che sottrae un bambino al demonio.

  1. Teatro Angelo Mariani

A Sant’Agata Feltria si può visitare il Teatro in legno più antico d’Italia. L’attività teatrale e musicale è ancora in corso, per cui si può assistere a diversi spettacoli durante tutto l’anno.

  1. Castello della Rocca delle Fiabe

    castello SANT'AGATA FELTRIA

    Sant’Agata Feltria

Rocca Fregoso è stata ribattezzata la Rocca delle Fiabe. Al suo interno, sono stati allestiti quattro percorsi ispirati al mondo delle fiabe. Un’ottima attrazione per grandi e piccini.

  1. Museo delle Arti Rurali

Il Museo delle Arti Rurali racconta la storia del borgo di Sant’Agata Feltri attraverso gli strumenti che gli artigiani hanno utilizzato per i loro lavori nel corso dei secoli.

  1. Ecomuseo del Tartufo

Il borgo che ospita l’annuale Fiera del Tartufo dedicata al pregiato tartufo bianco ospita anche un museo interamente dedicato a questa specialità.

  1. Fiera del tartufo

Nel mese di ottobre Sant’Agata Feltria ospita la Fiera del tartufo.

L’evento si ripete per tutte le domeniche di ottobre ed è incentrato sul tartufo bianco pregiato. Oltre alla valorizzazione dei prodotti tipici, la fiera è anche un’occasione per conoscere i luoghi naturali che circondano il borgo.

  1. Il Paese di Natale

L’atmosfera natalizia in Sant’Agata Feltria è un’esperienza incantevole: il Paese di Natale trasforma il borgo in un magico mondo natalizio, catturando l’essenza del periodo festivo con mercatini, luci e decorazioni.

Sant’Agata Feltria è molto più di un semplice luogo da visitare; è un’esperienza completa che abbraccia la storia, la natura e la cultura in un connubio perfetto.

 

Per ulteriori info visita: https://www.explorevalmarecchia.it/santagata-feltria-turismo-romagna/ 

Il comune di Novafeltria – situato al centro della media Valle del Marecchia (33km da Rimini e 22km da San Marino), nonostante sia nato ufficialmente solo nel 1907, ha in realtà origini remote: un primo nucleo di persone si stabilirono qui già attorno all’anno 1000. 

E’ per questo che questo piccolo comune accoglie testimonianze di storia, cultura e architettura di periodi storici diversi, dal Medioevo al contemporaneo. Ecco una breve guida per scoprire tutte le cose da fare per una gita perfetta:

Teatro Sociale

Il Teatro Sociale di Novafeltria è il teatro più grande della Valle del Marecchia. Oltre ad ospitare interessanti stagioni teatrali e musicali, il teatro è un’attrazione in sé: la sua costruzione risale a prima del 1700 ed è un esempio di architettura e arredo liberty e art decò.

museo sulphurMuseo Storico Sulphur

Questo museo è unico nel suo genere: possiamo definirlo un museo di archeologia industriale, che ospita e ricostruisce sistemi e strumenti di produzione dei secoli scorsi. In particolare, nelle sale del museo vengono approfondite la mineralogia, la geologia, e l’attività mineraria che per secoli si è svolta a Perticara.

Pista Ciclabile del Fiume Marecchia

La Pista Ciclabile del Fiume Marecchia unisce Rimini a Novafeltria (e viceversa). La pista segue sostanzialmente tutto il corso del fiume il quale sfocia poco a nord di Marina Centro, un quartiere romagnolo che si affaccia sul mare e che è un vero e proprio polo turistico, soprattutto d’estate.

Il percorso parte addirittura dalla Toscana e si snoda all’interno della Valle del Marecchia attraversando bellezze naturali e borghi storici.

skypark bambiniSkypark

Non solo storia e cultura a Novafeltria: lo Skypark è un parco immerso nella natura in cui grandi e piccini possono praticare tiro con l’arco, arrampicata, skateboard, sky jump e cimentarsi in tante altre avventure.

Borgo SartianoBorghi di Novafeltria

Novafeltria ospita numerosi borghi storici che vale la pena visitare. In questi luoghi si viene trasportati indietro nel tempo e una semplice passeggiata può regalare emozioni suggestive e interessanti scoperte storiche, culturali e culinarie.

  • Borgo di Ca’ Rosello

Questo borgo, che prende il nome da un’antica casata, i Rosselli, che viveva in paese, è rimasto sostanzialmente immutato nel corso dei secoli. Insieme ad insediamenti più piccoli, formava il paese di Secchiano Marecchia del quale, oggi, resta solo la piccola corte conosciuta come Borgo di Ca’ Rosello, che vanta un pozzo storico e una piccola chiesa che risale al 1855.

  • Borgo di Miniera

Il Borgo di Miniera nasce nel corso del 1700. Il nucleo nacque per accogliere i lavoratori impegnati nelle ricerche minerarie nelle aree vicine.

  • Borgo di Perticara

Il Borgo di Perticara si trova alle pendici del Monte Aquilone, a 650 metri di altitudine. Questo Borgo è completamente immerso nella natura e si trova ad un crocevia di numerosi sentieri frequentati da escursionisti.

  • Borgo di Sartiano

Il Borgo di Sartiano ospita un antico castello, una chiesa che risale al XVI secolo e l’Oratorio di San Biagio dove, secondo la tradizione, il 3 febbraio di ogni anno si benedice il pane da consumare contro il mal di gola.

  • Borgo di Torricella

Il Borgo di Torricella è un borgo antico: sappiamo che fu abitato sin dalla preistoria.

  • Borgo di Uffogliano

Anche il Borgo di Uffogliano è un borgo antico risalente addirittura all’età del bronzo.

palazzo cappelliPalazzi storici vicino a Novafeltria 

Durante la tua visita a Novafeltria, poi, non lasciarti sfuggire una tappa agli interessanti palazzi storici. I più importanti sono:

  • Il Palazzo Cappelli, a Secchiano;
  • Il Palazzo Lombardini, a Novafeltria;
  • Il Palazzo Segni, a Novafeltria.

Per ulteriori info ed altre cose da fare, visita https://www.explorevalmarecchia.it/novafeltria-turismo-romagna/

Casteldelci è un minuscolo borgo romagnolo, in provincia di Rimini, che conta 375 abitanti. La particolarità di questo piccolo comune è che si trova proprio sul punto di intersezione tra Marche, Toscana, Umbria, e Romagna. 

Le dimensioni di questo paesino non devono però trarre in inganno: Casteldelci non è povero di punti di interesse, né di storia.

Per arrivare a Casteldelci si deve attraversare il Ponte Otto Martiri e proseguire in macchina lungo la strada che affianca il Marecchia. Si arriva così ai piedi del borgo; da qui, si può proseguire anche in macchina fino al centro storico, ma vale la pena proseguire a piedi, per immergersi in un’atmosfera d’altri tempi e non perdersi neanche una delle peculiarità di questo borgo caratteristico.

ponte vecchio casteldelciPonte Vecchio

Se si sceglie il percorso a piedi, si dovrà presto attraversare Ponte Vecchio, il primo sito di interesse della zona. E’ un ponte antico che risale ad epoca romanica e che è costituito da un’unica arcata. Il primo incontro con la storia durante la visita a Casteldelci avviene proprio qui: il Ponte Vecchio fu attraversato da Uguccione della Faggiola, il quale scese da Casteldelci per andare a difendere gli ideali ghibellini in Toscana, contro i guelfi. Ad Uguccione Dante dedicò un canto dell’Inferno. E’ facile comprendere come Dante sia venuto a conoscenza dell’impresa del ghibellino; proprio qui, sul Monte della Faggiola, Dante soggiornò per un anno a partire dal maggio 1304. Ancora oggi sono visibili i resti delle mura entro le quali Dante soggiornò, ascoltò delle imprese di Uguccione e, chissà, iniziò a fantasticare su un particolare canto dell’Inferno. Non a caso, Dante iniziò la composizione della Divina Commedia nell’anno successivo al suo soggiorno sul Monte della Faggiola, nel 1306.

gattara casteldelciLe torri

Il borgo di Casteldelci sorge tra tre torri, quella di Gattara, la torre del Monte e la torre Campanaria. Collocato a mezzavalle, questo borgo aveva una posizione vantaggiosa rispetto ad eventuali attacchi. A proteggerlo, c’erano anche gli imponenti monti che lo circondano. 

Il mare verde

Architettura e storia non sono le uniche attrazioni che rendono Casteldelci conosciuto in tutta Italia. La natura è anche protagonista, tanto che l’area che circonda il borgo è conosciuta come mare verde.

Alle spalle del borgo sorge il Monte Fumaiolo, dal quale sorge il fiume Tevere. Un’escursione su questo monte regala la possibilità di ammirare numerose sorgenti.

casa museo sandro colarietiLa casa-museo Sandro Colarieti

Nella casa-museo Sandro Colarieti sono conservate le testimonianze archeologiche che raccontano la storia di questa terra. Per la presenza di sorgenti e per la posizione vantaggiosa, questa zona ha ospitato tantissimi insediamenti diversi nel corso dei secoli, ciascuno dei quali ha lasciato la sua traccia. Gli oggetti custoditi alla casa-museo testimoniano che questa zona era abitata già dal Paleolitico.

Oltre alla storia antica, le nuove sezioni della casa-museo raccontano anche la storia più recente del territorio, con fotografie storiche, documenti e ricostruzioni.

Casteldelci è un piccolo angolo di Italia che vale la pena visitare: oltre ad essere un punto di intersezione tra quattro regioni è anche un crocevia di interessi culturali, storici e naturali.

Per ulteriori info visita explorevalmarecchia.it

Lo sapevi che tra il 961 e il 963 la fortezza era la Capitale d’Italia? In questo periodo ultimo re del regno longobardo d’Italia, Berengario II, venne qui stretto d’assedio da Ottone I di Sassonia,

Umberto Eco definiva San Leo, un piccolo borgo in provincia di Rimini, la città più bella d’Italia. Il fascino di questo paese non era sicuramente dato dalle dimensioni o dalla densità di popolazione… lo stesso Eco dava questa definizione della città: “una Rocca e due Chiese.” Perché, oltre alle due chiese alla rocca, a San Leo c’è poco altro. Ma allora qual è l’attrazione di questo borgo romagnolo? Come mai accoglie centinaia di visitatori ogni mese, d’estate e d’inverno?

san leo borghi valmarecchiaLa principale attrazione di San Leo è proprio la rocca, conosciuta come Fortezza di San Leo, che conferisce a questo borgo un aspetto unico. La fortezza sorge su uno sperone calcareo, a un passo dal vuoto, in un punto che appare del tutto inaccessibile. Ai suoi piedi, sorge la città di San Leo, un piccolo borgo che si può visitare a piedi e che non scarseggia di punti di interesse: i palazzi nobiliari, la torre civica, la pieve di Santa Maria Assunta e il Duomo di San Leone sono tutti luoghi che vale la pena visitare.
A rendere la Fortezza di San Leo così interessante non è solo il suo aspetto o la sua logistica, ma anche la sua storia. Verità e leggenda si fondono nella storia di questa rocca: visitarla significa immergersi nel passato per riscoprire, come spesso accade, il presente.

La storia della Fortezza di San Leo
Il possente masso calcareo di San Leo costituisce di per sé una fortezza naturale sfruttata già in tempi remoti dai romani, che vi costruirono una fortificazione e utilizzarono il luogo come punto di difesa strategico. Durante il Medioevo, la fortezza venne contesa tra bizantini, goti e longobardi, finché, proprio sul finire del Medioevo canonico (durante il XV secolo), la rocca romana non era più in grado di sostenere una difesa contro gli eserciti e le armi moderne. Federico da Montefeltro (Montefeltro era allora il nome della città di San Leo) assegnò all’architetto Francesco di Giorgio Martini la ricostruzione della fortezza, la assunse allora l’aspetto imponente che possiamo ammirare oggi.

forte di sal leo valmarecchiaAnche dopo la fine del Medioevo e la ricostruzione della rocca, questo edificio venne conteso tra uomini di potere finché, nel 1631, sotto la reggenze dello Stato Pontificio, la Fortezza di San Leo venne adattata a carcere, ruolo che conservò per secoli, anche dopo l’Unità d’Italia.

Nel 1906, la rocca cessò di avere la funzione di carcere e ospitò, fino al 1914, una “compagnia di disciplina”. Dal 1914 in poi, la rocca è stata liberata da ogni funzione militare e ne è stato esaltato il valore culturale e artistico.
Oggi, la Fortezza di San Leo offre la possibilità di ammirare una struttura unica nel suo genere, un’architettura post-medievale e rinascimentale, e di immergersi nella storia del borgo di San Leo, le cui strade furono attraversate, tra gli altri, da San Francesco e Dante.

La fortezza è situata a San Leo (circa 30km da Rimini), è possibile visitarla nei weekend (sabato e domenica) dalle 10:00 alle 17:00; le visite infrasettimanali sono consentite solo a gruppi di almeno 15 persone e necessitano di prenotazione (Informazione Accoglienza Turistica di San Leo, Tel: 0541 916306).

 

Per ulteriori info visita explorevalmarecchia.it

 

Fino al 30 gennaio 2022 sarà in mostra presso la Pinacoteca Civica Bruno Molajoli la mostra “Oro e Colore
nel Cuore dell’Appennino: Allegratto Nuzi e il ‘300 a Fabriano” curata da Andrea de Marchi e Matteo
Mazzalupi. La mostra rappresenta un omaggio alla città di Fabriano, al suo territorio e alle ricchezze
culturali che lo circondano, promossa dal Comune di Fabriano e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti
e con la collaborazione di diverse istituzioni italiane e internazionali. L’obiettivo degli organizzatori è stato
quello di riportare a Fabriano una trentina di opere del grande Maestro prestate per l'occasione, fra cui
undici tavole provenienti da musei stranieri. Le opere presenti sono affiancate a una serie di sculture di altri
artisti del territorio, sculture che nelle loro cromie, ma non solo, risentono in modo evidente dell’influenza
dell’artista Allegretto e della sua scuola. Il grande artista infatti introdusse nelle Marche tipologie ancora
ignote di complessi polittici e squisiti altaroli per la devozione individuale.

Allegretto fu soprattutto innovatore nelle iconografie, contribuendo alla diffusione della Madonna
dell’Umiltà in area adriatica, piegando le storie della Passione a interpretazioni originali e toccanti. Viene
ritenuto un grande sperimentatore soprattutto nelle tecniche pittoriche. Alla mostra fabrianese è collegata
anche l’esposizione su Ottaviano Nelli a Gubbio, a cura dello stesso Andrea De Marchi e Maria Rita
Silvestrelli e promossa dal Comune di Gubbio e dalla Direzione regionale dei Musei dell’Umbria.

Per ulteriori info scarica l’app Cittando o visita https://www.pinacotecafabriano.it/.

A volte diamo per scontato di vivere nel paese più bello del mondo. Sarà pure orgoglio tutto italiano, ma i fatti parlano chiaro: l’Italia è il paese con il maggior numero di siti UNESCO del mondo.

Progettiamo le nostre vacanze all’estero, sogniamo le Hawaii o Dubai e manchiamo di visitare i posti più incredibili che abbiamo all’interno dei nostri confini. Se la pandemia ha ridotto le possibilità di viaggiare all’estero per un po’, perchè non approfittare e scoprire i segreti del nostro bellissimo paese?

Cosa significa “sito UNESCO”?

Un sito UNESCO può essere davvero così speciale. La risposta è sì: l’UNESCO riconosce i luoghi, monumenti, e centri storici più unici non a livello italiano o europeo, ma a livello mondiale! I luoghi vengono insigniti come Patrimonio Mondiale e solo gli angoli della terra più speciali meritano tale onore. Come spiega l’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale, ai siti Patrimonio Mondiali viene riconosciuto di essere unici, eccezionali testimonianze del percorso dell’essere umano sulla Terra.

Questa associazione si occupa di supportare le istituzione e gli enti responsabili della gestioni dei siti UNESCO in Italia, perché essere insigniti del titolo di Patrimonio Mondiale UNESCO è anche una responsabile. Per i viaggiatori, è anche un punto di riferimento per ispirare viaggi, scoperte, e curiosare tra le gallerie fotografiche.

Patrimoni Mondiali UNESCO in Italia

Quando pensiamo ai siti UNESCO in Italia pensiamo sempre ai più famosi: il centro storico di Roma e quello di Firenze, il Cenacolo di Leonardo da Vinci, l’Etna… ma sapevi che l’Italia consta ben 58 siti UNESCO? Dei più, non abbiamo mai sentito parlare, eppure sono i luoghi più unici e speciali del nostro paese?

Cittando è l’app che ti aiuta a decidere cosa fare nel tempo libero. In questo articolo, ti diamo l’ispirazione per le tue più uniche avventure, senza uscire dal nostro bellissimo paese. Scopriamo insieme i Patrimoni Mondiali italiani che non conoscevi!

I siti UNESCO italiani che non conoscevi

 

Necropoli Etrusche di Cerveteri e Tarquinia

La Necropoli Etrusca di Cerveteri e Tarquinia è la testimonianza più antica che abbiamo della civiltà etrusca e sono memoria delle usanze funerarie di questo popolo. Ma non aspettatevi un noioso museo da visitare dietro una guida: le necropoli sono un museo a cielo aperto e sono come non te le aspetti.

TI sembrerà di camminare in una città su un altro pianeta, con cupole e grotte scavate o realizzate nella terra, complessi di monumenti, e al loro interno opere pittoriche ancora intatte. Ma non siamo su un altro pianeta! E’ “solo” un angolo del nostro Bel Paese!

Necropli Etrusca Cerveteri

 

Su Nuraxi

Su Nuraxi è un sito archeologico che si trova in Sardegna. E’ ciò che resta di un insediamento umano risalente all’età del Bronzo. Siti come questo sono tipici dell’isola e sono conosciuti come nuraghi. Su Nuraxi di Barumini è uno dei più vasti e meglio conservati.

La visita al parco è un tuffo in un altro tempo: mentre si passeggia tra i resti archeologico, come si farebbe in qualsiasi parco della propria città, si ammirano i resti di torri, case, strade, muri… E’ come se il tempo che passa ti cadesse addosso e ti levasse il fiato!

NuraXI UNESCO

 

Basilica di San Francesco ad Assisi

Di Basiliche in Italia ce ne sono tante, e vale la pena visitare molte di esse. Ma nessuna è come la Basilica di San Francesco d’Assisi. Il complesso è capace di toglierti il fiato non solo da fuori l’edificio, ma da fuori dalla città stessa!

Mentre si arriva ad Assisi, situata in cima a una collina, la Basilica si individua in maniera inconfondibile: è costruita a strapiombo su un precipizio, e ti viene da chiederti non solo come abbiano fatto a tirarla su, ma anche come gli sia venuto in mente di farlo!

La Basilicata è poi costituita da due edifici, uno superiore e uno inferiore. Quello inferiore è una vera e propria cripta, in cui i giochi di luce creano suggestioni senza paragoni.

Basilica san francesco

 

I Sassi di Matera

Sui Sassi di Matera si fanno tante battute: “dei semplici sassi sono diventati Patrimonio dell’UNESCO?” Poi si arriva a Matera, si capisce cosa sono i Sassi e si resta impressionati dalla cosa più strana e bella che si possa vedere.

I Sassi di Matera sono abitazioni scavate nella roccia. Invece che tirare su stanza, gli abitanti le scavavano nelle pareti di roccia. Invece che appendere una mensola, si scavava una nicchia nella roccia.

E non aspettatevi di vedere due o tre case costruite in questo modo! I Sassi di Matera sono un intero villaggio costruito in questo modo!

Matera Unesco

L’Italia è il paese più bello del mondo, lo dice anche l’UNESCO. Non perdere più tempo a decidere cosa fare per divertirti e rilassarti. Per scoprire altri segreti del nostro Bel Paese, scarica Cittando, l’app per il tuo tempo libero!

Assistiamo nuovamente all’edizione di “Io Vado al Museo – Domenica al museo”.

Ogni prima domenica del mese, infatti, tutti i musei e anche le aree archeologiche – da ottobre a marzo 2022 – daranno accesso ai cittadini liberamente.

Nel 2019 c’è stato un vero boom, aumentando così la porzione di turismo interessata ai musei e al patrimonio culturale italiano.

Infatti, il Ministero per i beni e le attività culturali ha promosso la campagna “Io Vado al Museo” dal 2014 per incentivare il turismo e favorirlo anche per chi non può permettersi l’ingresso al museo.

Quindi dal prossimo ottobre a marzo 2022, per tutte le prime domeniche del mese, possiamo confermare l’ingresso gratuito ai musei e ai luoghi della cultura del MiBACT.

Quali saranno i prossimi eventi gratuiti al museo per le domeniche interessate?

È semplice! Basta scaricare l’app gratuita Cittando o consultare il sito ufficiale di Io Vado al Museo e così si possono trovare tutti i musei, le aree di interesse archeologico e i parchi stati aperti gratis, suddivisi ovviamente per regioni e città.

NB: prima di fare qualsiasi visita, consigliamo sempre di telefonare alla sede del museo e consultarne il sito per verificare che sia davvero così!

Musei gratis a Roma domeniche 2021/22

Ebbene, ci sono molti musei gratuiti anche nella nostra bellissima capitale.

Alcuni sono anche visitabili tutto l’anno gratuitamente come: Galleria Nazionale San Luca; Museo Storia della Liberazione; Museo Casal de’ Pazzi; Museo Boncompagni Ludovisi; Museo Mario Praz; Museo Napoleonico, Casa Museo di Pirandello, Museo della Zecca Italiana e Istituto Centrale per la Grafica.

Invece ogni ultima domenica del mese, i Musei Vaticani sono aperti al pubblico a costo zero e l’orario d’apertura dalle 9.00 alle 14.00.

(Ultimo ingresso alle 12.30 nel caso in cui il giorno coincida con una festività).

Questo ed altro per vedere la Cappella Sistina, no?

Quali sono i musei gratis in Italia?

Tra i musei gratuiti in Italia e non solo aperti la prima domenica del mese al pubblico, abbiamo:

  • Museo Madre di Napoli (apertura gratis ogni lunedì)
  • Hangar Bicocca (sempre gratis )
  • Colosseo (ogni prima domenica del mese)
  • Reggia di Caserta (ogni prima domenica del mese)
  • Galleria degli Uffizi (ogni prima domenica del mese)
  • Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino (ogni primo martedì del mese)
  • Gallerie d’Italia in Piazza della Scala a Milano (sempre gratis)
  • Museo storico della Liberazione (sempre gratis)
  • Gallerie d’Italia Milano (sempre gratis)
  • Casa Museo Boschi di Stefano a Milano (sempre gratis)
  • Museo del Risorgimento Milano (ingresso free tutti i giorni dalle 14.00 alle 17.00)
  • Musei del Castello Sforzesco e la Pietà Rondanini di Michelangelo (ingresso free tutti i giorni dalle 14.00 e da mercoledì a domenica dalle 16.00 alle 17.00)
  • Galleria d’Arte Moderna Milano (gratis ogni giorno un’ora prima della chiusura).

Quali sono i musei gratis a Firenze?

  • Galleria degli Uffizi, prima domenica del mese
  • Museo Nazionale del Bargello, prima domenica del mese
  • Galleria dell’Accademia, prima domenica del mese
  • Museo delle Cappelle Medicee, prima domenica del mese
  • Palazzo Pitti, prima domenica del mese
  • Giardino di Boboli, prima domenica del mese per i non residenti
  • Museo di Palazzo Davanzati, prima domenica del mese.

Per restare sempre aggiornati sui musei gratuiti sia la domenica che in altri giorni della settimana, vi consigliamo di consultare l’app di Cittando o visionare i siti di riferimento.

Eccoci alla nuova edizione dell’European Heritage Days, sabato 25 settembre e domenica 26, una delle più attese manifestazioni culturali europee.

Nelle giornate dedicate, ci sarà l’opportunità per i partecipanti di presenziare a: aperture straordinarie, visite guidate e iniziative digitali.

Le iniziative avranno luogo nei musei e nei luoghi statali che seguiranno il tema “Patrimonio culturale: TUTTI inclusi”.

L’organizzazione degli eventi e soprattutto le aperture straordinarie dei musei statali, richiedono il costo simbolico partecipativo per 1 euro a persona.

Quale sarà il tema delle Giornate Europee del Patrimonio?

Slogan di quest’anno come abbiamo citato in precedenza è: “Patrimonio culturale: TUTTI inclusi”, una traduzione di “Heritage: All inclusive”.

Lo slogan è stato scelto dal Consiglio d’Europa e condiviso dai Paesi che ne parteciperanno.

Il tema per questo 2021 è appunto il patrimonio culturale appartenente a tutti i cittadini.

La tematica inclusiva è presente in questa nuova edizione, ad esclusione di nessuno.

Dalle persone di ogni fascia di età diversa, gruppi etnici, minoranze e persone con disabilità.

Quali saranno i luoghi delle Giornate Europee del Patrimonio 2021?

Ci sarà un’adesione su base volontaria ai progetti del Piano di valorizzazione 2021.

Questi ultimi fanno riferimento alla Circolare n°81 dell’11 marzo 2021 della Direzione generale Organizzazione.

Per seguire gli appuntamenti delle GEP 2021 basta scaricare l’app per eventi di Cittando.

È possibile seguire l’iniziativa anche sui canali di eventi social di @Cittando Twitter e Instagram. Come per gli anni scorsi sono stati lanciati degli hashtag ufficiali per i social: #GEP2021 #patrimonioculturaletuttiinclusi #EuropeanHeritageDays #EHDs #inclusione #accessibilità.

L’idea di base di queste giornate è che ogni cittadino può e deve partecipare alla vita attiva culturale italiana e al patrimonio nazionale, in senso più ampio del termine.

Il patrimonio è quello storico culturale dove viviamo, nel Paese al quale ci riferiamo.

Inoltre, come cittadini d’Europa e come cittadini del mondo, beneficiamo anche del Patrimonio dell’umanità.

Il nostro compito è di fatto proteggerlo, considerarlo e tramandarlo alle nuove generazioni future.

Come si fa ad aderire ai luoghi della cultura che non sono statali?

Nel caso in cui si voglia aderire all’iniziativa, è possibile farlo rivolgendosi alle Direzioni regionali Musei del proprio territorio.

Inoltre, specifichiamo che per i luoghi culturali delle Province autonome di Trento e Bolzano, si può contattare la Direzione regionale Musei Veneto.

Mentre per la Valle D’Aosta, la Direzione Musei Piemonte e per la Sicilia, la Soprintendenza archivistica di Palermo.

Perché si è scelto il tema dell’inclusione per le Giornate Europee del Patrimonio 2021?

Troppo spesso sentiamo parlare ancora di barriere architettoniche e di quanto influiscano anche in un appuntamento desiderato al museo o a un semplice concerto o mostra all’aperto.

Il tema dell’inclusione per queste giornate, nasce dall’esigenza di essere tutti partecipi al Patrimonio culturale europeo ma allo stesso tempo del mondo.

Si tratta di una presa di posizione diretta e di consapevolezza, atta a migliorare il nostro rapporto con lo stesso patrimonio che abbiamo ereditato, ma anche la relazione con gli altri.

Ognuno di noi deve entrare in questo sistema mettendosi quindi nei panni dell’Altro, lasciandosi trasportare dalla bellezza dell’arte e del patrimonio culturale e artistico in continua evoluzione.