Casteldelci è un minuscolo borgo romagnolo, in provincia di Rimini, che conta 375 abitanti. La particolarità di questo piccolo comune è che si trova proprio sul punto di intersezione tra Marche, Toscana, Umbria, e Romagna. 

Le dimensioni di questo paesino non devono però trarre in inganno: Casteldelci non è povero di punti di interesse, né di storia.

Per arrivare a Casteldelci si deve attraversare il Ponte Otto Martiri e proseguire in macchina lungo la strada che affianca il Marecchia. Si arriva così ai piedi del borgo; da qui, si può proseguire anche in macchina fino al centro storico, ma vale la pena proseguire a piedi, per immergersi in un’atmosfera d’altri tempi e non perdersi neanche una delle peculiarità di questo borgo caratteristico.

ponte vecchio casteldelciPonte Vecchio

Se si sceglie il percorso a piedi, si dovrà presto attraversare Ponte Vecchio, il primo sito di interesse della zona. E’ un ponte antico che risale ad epoca romanica e che è costituito da un’unica arcata. Il primo incontro con la storia durante la visita a Casteldelci avviene proprio qui: il Ponte Vecchio fu attraversato da Uguccione della Faggiola, il quale scese da Casteldelci per andare a difendere gli ideali ghibellini in Toscana, contro i guelfi. Ad Uguccione Dante dedicò un canto dell’Inferno. E’ facile comprendere come Dante sia venuto a conoscenza dell’impresa del ghibellino; proprio qui, sul Monte della Faggiola, Dante soggiornò per un anno a partire dal maggio 1304. Ancora oggi sono visibili i resti delle mura entro le quali Dante soggiornò, ascoltò delle imprese di Uguccione e, chissà, iniziò a fantasticare su un particolare canto dell’Inferno. Non a caso, Dante iniziò la composizione della Divina Commedia nell’anno successivo al suo soggiorno sul Monte della Faggiola, nel 1306.

gattara casteldelciLe torri

Il borgo di Casteldelci sorge tra tre torri, quella di Gattara, la torre del Monte e la torre Campanaria. Collocato a mezzavalle, questo borgo aveva una posizione vantaggiosa rispetto ad eventuali attacchi. A proteggerlo, c’erano anche gli imponenti monti che lo circondano. 

Il mare verde

Architettura e storia non sono le uniche attrazioni che rendono Casteldelci conosciuto in tutta Italia. La natura è anche protagonista, tanto che l’area che circonda il borgo è conosciuta come mare verde.

Alle spalle del borgo sorge il Monte Fumaiolo, dal quale sorge il fiume Tevere. Un’escursione su questo monte regala la possibilità di ammirare numerose sorgenti.

casa museo sandro colarietiLa casa-museo Sandro Colarieti

Nella casa-museo Sandro Colarieti sono conservate le testimonianze archeologiche che raccontano la storia di questa terra. Per la presenza di sorgenti e per la posizione vantaggiosa, questa zona ha ospitato tantissimi insediamenti diversi nel corso dei secoli, ciascuno dei quali ha lasciato la sua traccia. Gli oggetti custoditi alla casa-museo testimoniano che questa zona era abitata già dal Paleolitico.

Oltre alla storia antica, le nuove sezioni della casa-museo raccontano anche la storia più recente del territorio, con fotografie storiche, documenti e ricostruzioni.

Casteldelci è un piccolo angolo di Italia che vale la pena visitare: oltre ad essere un punto di intersezione tra quattro regioni è anche un crocevia di interessi culturali, storici e naturali.

Per ulteriori info visita explorevalmarecchia.it

Lo sapevi che tra il 961 e il 963 la fortezza era la Capitale d’Italia? In questo periodo ultimo re del regno longobardo d’Italia, Berengario II, venne qui stretto d’assedio da Ottone I di Sassonia,

Umberto Eco definiva San Leo, un piccolo borgo in provincia di Rimini, la città più bella d’Italia. Il fascino di questo paese non era sicuramente dato dalle dimensioni o dalla densità di popolazione… lo stesso Eco dava questa definizione della città: “una Rocca e due Chiese.” Perché, oltre alle due chiese alla rocca, a San Leo c’è poco altro. Ma allora qual è l’attrazione di questo borgo romagnolo? Come mai accoglie centinaia di visitatori ogni mese, d’estate e d’inverno?

san leo borghi valmarecchiaLa principale attrazione di San Leo è proprio la rocca, conosciuta come Fortezza di San Leo, che conferisce a questo borgo un aspetto unico. La fortezza sorge su uno sperone calcareo, a un passo dal vuoto, in un punto che appare del tutto inaccessibile. Ai suoi piedi, sorge la città di San Leo, un piccolo borgo che si può visitare a piedi e che non scarseggia di punti di interesse: i palazzi nobiliari, la torre civica, la pieve di Santa Maria Assunta e il Duomo di San Leone sono tutti luoghi che vale la pena visitare.
A rendere la Fortezza di San Leo così interessante non è solo il suo aspetto o la sua logistica, ma anche la sua storia. Verità e leggenda si fondono nella storia di questa rocca: visitarla significa immergersi nel passato per riscoprire, come spesso accade, il presente.

La storia della Fortezza di San Leo
Il possente masso calcareo di San Leo costituisce di per sé una fortezza naturale sfruttata già in tempi remoti dai romani, che vi costruirono una fortificazione e utilizzarono il luogo come punto di difesa strategico. Durante il Medioevo, la fortezza venne contesa tra bizantini, goti e longobardi, finché, proprio sul finire del Medioevo canonico (durante il XV secolo), la rocca romana non era più in grado di sostenere una difesa contro gli eserciti e le armi moderne. Federico da Montefeltro (Montefeltro era allora il nome della città di San Leo) assegnò all’architetto Francesco di Giorgio Martini la ricostruzione della fortezza, la assunse allora l’aspetto imponente che possiamo ammirare oggi.

forte di sal leo valmarecchiaAnche dopo la fine del Medioevo e la ricostruzione della rocca, questo edificio venne conteso tra uomini di potere finché, nel 1631, sotto la reggenze dello Stato Pontificio, la Fortezza di San Leo venne adattata a carcere, ruolo che conservò per secoli, anche dopo l’Unità d’Italia.

Nel 1906, la rocca cessò di avere la funzione di carcere e ospitò, fino al 1914, una “compagnia di disciplina”. Dal 1914 in poi, la rocca è stata liberata da ogni funzione militare e ne è stato esaltato il valore culturale e artistico.
Oggi, la Fortezza di San Leo offre la possibilità di ammirare una struttura unica nel suo genere, un’architettura post-medievale e rinascimentale, e di immergersi nella storia del borgo di San Leo, le cui strade furono attraversate, tra gli altri, da San Francesco e Dante.

La fortezza è situata a San Leo (circa 30km da Rimini), è possibile visitarla nei weekend (sabato e domenica) dalle 10:00 alle 17:00; le visite infrasettimanali sono consentite solo a gruppi di almeno 15 persone e necessitano di prenotazione (Informazione Accoglienza Turistica di San Leo, Tel: 0541 916306).

 

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Dopo due anni di stop a causa della pandemia, possiamo finalmente assistere a un ritorno gradito e a lungo atteso, quello del Carnevale di Santarcangelo.

L’evento si svolgerà domenica 19 febbraio e, come sempre, si snoderà per le vie del centro storico di Santarcangelo di Romagna (10km da Rimini, 20km da Cesena). Come al solito, è stata una squadra di volontari a dare vita e rendere possibile questa colorata tradizione. Alla vigilia dell’evento, l’assessore al Turismo Zangoli ha voluto ringraziare proprio tutti i volontari che hanno preso parte al progetto: come ogni anno, a loro va il merito della realizzazione di questa iniziativa, ma i ringraziamenti per questo 2023 sono stati speciali: il ritorno del Carnevale di Santarcangelo è un segnale di ripresa e resilienza, a lungo atteso, e accolto da tutta la popolazione.

Nel 2020, il Carnevale di Santarcangelo, con le sue musiche, i suoi colori e la sua allegria, era stato l’ultimo evento tenuto in città prima delle chiusure dovute alla pandemia. Col tempo, il ricordo si è tinto di note nostalgiche: quelle strade piene di gente, i colori, i balli e gli abbracci del Carnevale 2020 sembravano un saluto, un arrivederci appena prima di essere costretti a stare distanti l’uno dall’altro per ben due anni.

Dopo gli stop del 2021 e del 2022, quindi, il ritorno del Carnevale di Santarcangelo nel 2023 è un forte segnale di ritorno alla normalità: è come riprendere da dove ci eravamo lasciati, e farlo in grande stile, con colori, musiche, danze, e cortei di persone che sfilano per le vie del centro storico. Non mancheranno, poi, gli eventi più apprezzati dal pubblico, come la sfilata dei carri allegorici e la tradizionale lotteria di Carnevale.

Quella del 2023 sarà la 19° edizione del Carnevale di Santarcangelo e sarà organizzata, come ormai da tradizione, da un comitato di cui fanno parte la Pro Loco si Santarcangelo, Città Viva, e l’associazione GM Group, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale. L’Amministrazione Comunale, nella figura dell’assessore al Turismo Emanuele Zangoli, ha più volte espresso l’orgoglio di poter finalmente tornare a celebrare un evento tradizionale, parte della storia di questo piccolo comune romagnolo, ribadendo ad ogni occasione la gratitudine nei confronti delle squadre di volontari che hanno consentito l’organizzazione della manifestazione e che presteranno il proprio tempo anche durante l’evento per consentirne il corretto svolgimento. Queste le parole dell’assessore Zangoli: “Tra le tante iniziative che hanno dovuto subire una battuta d’arresto a causa della pandemia c’è anche il Carnevale, che siamo felici di veder ritornare nel 2023. Il nostro ringraziamento va alle diverse realtà che animano il comitato organizzatore e ai tanti volontari che consentiranno lo svolgimento della manifestazione, una vera e propria festa collettiva molto attesa in particolare dalle famiglie santarcangiolesi”.

Il Carnevale di Santarcangelo di Romagna è pronto a tornare, il 19 febbraio 2023, a sfilare per le strade del centro storico. Quale evento migliore di una sfilata di carnevale per buttarsi alle spalle due anni di chiusura e distanziamento sociale?

Par participare contatta il 338 8276102 o visita il sito della Pro Loco www.iatsantarcangelo.com.
Per ulteriori info su Santarcangelo e la Valmarecchia, visita explorevalmarecchia.it

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